Slovenia: Action learning all’ asilo Sončni žarek

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22.05.2013

Video del progetto

All’asilo Sončni žarek (raggio di Sole) in Slovenia, un gruppo di esperti di comunicazione ha promosso un progetto di educazione ai media per i piccoli alunni.

Esperti di media concordano sul fatto che i bambini sono i più vulnerabili nell’esposizione ai messaggi mediatici, perché mancano di esperienza e di capacità di pensiero astratto. Oggi i messaggi mediatici contengono significati occulti, il cui scopo è di solito una questione finanziaria.
Per poter capire i messaggi dei media è necessario essere alfabetizzati ai media. In questo campo scientifico la prassi pedagogica è indietro rispetto alla tecnologia e al suo utilizzo.

Scopo dell’educazione ai media nell’asilo Sončni žarek (Raggio di Sole) è quello di mostrare l’efficacia del nuovo approccio all’educazione ai media che è l’ action learning. Anche se i messaggi mediatici appaiono come una cosa naturale, hanno un complesso linguaggio ‘audiovisivo’ che ha le sue regole e può essere utilizzato per esprimere concetti e idee diverse del mondo.

Affinché i bambini riescano gestire la propria vita nella cultura dei media devono essere competenti in ‘lettura’ e ‘scrittura’ della lingua dei media. I bambini di oggi sono molto più a lungo esposti ai media rispetto alle generazioni precedenti. Hanno avuto accesso alla vita degli adulti, specialmente per le aree che sono moralmente controverse e per quelle non sono ancora abbastanza maturi. In realtà cercano attivamente accesso ad essi. Questi includono la conoscenza, l’esperienza di droga, il sesso, il divorzio e le separazioni delle famiglie, il crimine, … dove i bambini sono entrambi vittime ed esecutori.

Non è solo la mancanza di esperienza sui media e sulla società a provocare problemi ai bambini di cinque anni, ma anche la mancanza di capacità di pensiero astratto, che si sviluppa solo nel periodo successivo. Così molte istituzioni fanno la pressione su questa determinata popolazione attraverso i media. Va notato, il nuovo stato di bambini come consumatori. Sono diventati un mercato importante e redditizio, con i diritti di cui godono i consumatori adulti .

Gli esperti di media concordano sul fatto che l’alfabetizzazione mediatica è un elemento chiave della socializzazione del nostro tempo. Ma come affrontare questo problema nell’ambito della pedagogia come progetto di educazione ai media? Molti esperti raccomandano un metodo moderno di pedagogia, t.i.action learning, approccio di apprendimento sperimentale in gruppo, che può essere genericamente definito come un processo di apprendimento attivo, arricchito dal feedback (analisi e dialogo) che si verifica con l’appoggio di colleghi e insegnanti.

Fino a poco tempo fa, la maggior parte degli esperti nel campo dell’educazione ai media ha contestato l’uso di produrre media. Di conseguenza ci sono pochi sondaggi. Solo nell’ultimo decennio, la produzione è stata accettata come un elemento chiave di educazione ai media, sia nella teoria che nella pratica. In questo campo si sente forte la mancanza di ricerca.

La nostra intenzione e’ di ridurre le lacune dei sondaggi in questo campo e anche nel campo dell’educazione ai media per migliorare la professionalità, le conoscenze, la capacità di analisi e consapevolezza. Nel nostro caso, la produzione di testi multimediali è particolarmente importante.

Esperti nel campo dell’educazione ai media concordano sul fatto che la autoproduzione di testi, è una via per costruire l’autostima e l’autonomia dei bambini e dei giovani nei confronti dei media e, di conseguenza, una distanza critica dalle costruzioni mediatiche. “L’autoproduzione è un’esperienza essenziale per comprendere e gestire il mondo dei media.”

Lo sguardo di Masterman sull’apprendimento di produzione potrebbe essere “tradotto” in quello che per l’insegnante è l’action learning, dove insegnante e bambino parlano di una questione particolare, a cui segue una verifica.

Uno degli elementi chiave di alfabetizzazione mediatica è la distinzione tra fiction e realtà. Lo scopo dell’educazione ai media, attraverso un processo di demistificazione dei media, è studiare le ideologie nascoste nella persona dei media. Abbiamo bisogno di acquisire competenze per la decostruzione dei valori, ad esempio. Identificare valori, penetrare nelle prospettive mediatiche taciute oppure nascoste. L’Educazione ai media con un approccio d’azione richiede molto impegno e tempo. C’è anche bisogno di molte persone disposte a collaborare, perché questo metodo implica la conoscenza e le scoperte derivate soprattutto dall’interazione tra le persone coinvolte nel progetto. Forse è per questo che c’è mancanza di ricerca e di dati statistici in questo settore. Occorre fare grandi progressi in avanti in un prossimo futuro.

Janez Snoj

(fonte: NetOne)

Janez Snoj, lavora da anni come “educatore ai media” per bambini di 1-6 anni nell’asilo Raggio di Sole. La sua équipe è costituita da una ventina di collaboratori, ma tutto il personale dell’asilo è coinvolto via via, in piccoli gruppi di lavoro. Hanno pochi mezzi e pochi soldi ma tanta passione. Cercano donazioni di vecchi e nuovi media e con questi lavorano.