Madaba: L’esperienza di Marco Desalvo con i rifugiati in Giordania

Desalvo in Jordan
20.05.2016

“La sofferenza incontrata ci ha fatto ‘uno’, facendoci sentire uomo mondo

Progetto “HOST SPOT”, 7-19 Agosto 2016

Marco Desalvo, Presidente di New Humanity, ha partecipato insieme a 55 giovani da diversi Paesi Europei e Mediorientali, alla prima fase del progetto “Host Spot”, svoltasi presso il centro di accoglienza per i rifugiati di Madaba, in Giordania. Il Progetto è promosso da New Humanity ed altre associazioni di 9 Paesi ed è cofinanziato dal dal programma Erasmus+.

Pubblichiamo di seguito la sua testimonianza al termine di questa intensa esperienza.

Pagina del Progetto

“Siamo venuti non per insegnare, ma per imparare, non per parlare, ma per ascoltare. Vorremo poi parlare, sì, ma nei nostri Paesi: dire a tutti quanto abbiamo visto, vissuto, ascoltato…

Abbiamo iniziato ogni giornata con un motto da vivere, il nostro ‘daily input.’ Il primo giorno è stato, “capire gli altri come vogliamo essere capiti”. “Understand others (capire gli altri)”: “stand under (stare sotto)”, per cui non sentirci che sappiamo già tutto, ma essere qui per “farci l’altro”, mettendoci a servizio dell’altro, con la coscienza che abbiamo tanto da imparare.

Desalvo in Jordan 2Qui, in luoghi significativi per le tre grandi religioni monoteiste, visitando la località  dove è stato battezzato Gesù, mi ha colpito sapere che è il punto più basso della terra. Mi è sembrato  un segno dell’atteggiamento che avremmo dovuto assumere davanti ad ogni persona che avremmo incontrato.

Siamo arrivati da diversi Paesi Europei, Medio Orientali, ma anche dalla Nuova Zelanda, Stati Uniti, Argentina. Entrare nella cultura dell’altro, capire l’altro, il suo punto di vista è iniziato tra noi, in modo tanto profondo,semplice, vero.

Poi, insieme, l’incontro con i rifugiati, Siriani, Iracheni… storie di grande dolore, famiglie, bambini.

Mai potrò dimenticare Saheed e… il ‘6 agosto’, giorno quando, due anni fa, con tutta la sua famiglia, con la mamma che non era in condizioni di camminare, ha dovuto lasciare di corsa la propria casa, il loro Paese, senza poter prendere nulla con sé: non posso certo intuire quanto hanno vissuto in tutti questi mesi, la loro speranza di ritornare, e ora, l’attesa di quella telefonata che comunicherà loro la possibilità di essere accolti in un altro Paese.

Abbiamo incontrato la sofferenza: ci ha fatto ‘uno’, con loro, tra noi. Ci siamo sentiti un pochino di più “uomo mondo”.

Insostituibile, prezioso, discreto, fonte di speranza, di vita, di amore concreto, medicina per chi li incontra… il lavoro dei volontari della Caritas Giordania. Senza di loro migliaia di rifugiati non avrebbero trovato un tetto e mezzi di sostentamento: non avrebbero ritrovato speranza. Senza di loro noi non avremmo avuto la possibilità di toccare con mano il senso più profondo della parola ‘Caritas’, amore.

Desalvo in Jordan 3Due settimane fa mi trovavo a Cracovia, in Polonia, alla Giornata Mondiale della Gioventù. Non posso non ricordare quanto ha augurato Papa Francesco ai due milioni di giovani presenti: “Non andate in pensione a 25 anni, (…) non siate persone da poltrona, cambiate la poltrona con un paio di scarpe, (…) puntate in alto, (…) sognate. (…) Potranno giudicarvi dei sognatori, perché credete in una nuova umanità , che non accetta l’odio tra i popoli, non vede i confini dei Paesi come delle barriere e custodisce le proprie tradizioni senza egoismi e risentimenti. Non scoraggiatevi! Col vostro sorriso e con le vostre braccia aperte voi predicate speranza e siete una benedizione per l’unica famiglia umana, che qui così bene rappresentate. (…) Se tu non ci metti il meglio di te, il mondo non sarà diverso”.

Qui, in Giordania, ho conosciuto giovani che queste parole le stanno vivendo in prima persona.

Il loro sforzo ed impegno è certamente una goccia davanti ai problemi che stiamo affrontando. Ma il cerchio prodotto da una goccia può arrivare anche molto lontano. E con giovani come questi, ne sono certo, il mondo sarà diverso.

Siamo arrivati come ambasciatori dei nostri Paesi.